“Come cittadino, ho sentito dentro di me il bisogno di agire per provare nel mio piccolo a fermare la mafia”.
Con queste parole Enzo Giussani, presidente dell’associazione Libera contro le mafie della provincia di Monza e Brianza, ha aperto i suoi incontri con gli alunni delle classi terze medie dell’istituto comprensivo Romagnosi di Carate, avvenuti nella settimana tra il 21 e il 24 Marzo, per ricordare le vittime di mafia (21 Marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie). Giussani ha spiegato cosa l’ha spinto a mettersi in gioco in prima persona contro la mafia. Il momento di condivisione ha permesso agli alunni, che stanno affrontando un percorso triennale sulla legalità, di riflettere su come il fenomeno mafioso sia radicato anche nel nostro territorio. “È vero che la mafia nasce al Sud, per una ragione storica legata al brigantaggio – ha raccontato Giussani ai giovanissimi studenti – Col tempo però si è radicata nel nostro territorio. In che modo? È bastato promettere favori, posti di lavoro e protezione e i consensi sono fioccati”. Durante l’incontro, Giussani ha ricordato come sono state le idee di pace e libertà degli anni Settanta ad averlo convinto e oggi è fermamente deciso ad andare avanti nella lotta contro la mafia: “Non ho mai pensato di essere a rischio, so che i mafiosi sanno dove abito, ho subìto anche minacce indirette, dopo aver denunciato i fatti della discarica di via Molinara a Desio”. Giussani tuttavia è sereno e ha lasciato agli alunni il suo messaggio carico di coraggio e senso di responsabilità: “Ogni mattina mi alzo con la coscienza pulita, perché faccio quotidianamente il mio dovere, andando nelle scuole a raccontare che uniti si può vincere – ha dichiarato – Il volontario è come una piccola formica: siamo in tanti, nessuno ci vede, ma io non mi sento solo”.